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martinozanetti committed Sep 15, 2024
1 parent 943fcdd commit 733509d
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48 changes: 31 additions & 17 deletions Nani_website/storia.html
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Expand Up @@ -109,30 +109,44 @@ <h2> XIX secolo </h2>
note battaglie di Ponte Caffaro e di Monte Suello.
Il fiume Caffaro fino al 1918 costituiva il confine tra Italia e Impero austro-ungarico.</p>


<h2> XX secolo - oggi</h2>
<p style="font-style: italic;">
La cascina era censita nelle mappe del catasto del 1905 (verificare). Il tetto è stato rifatto nel 1923.
La cascina era censita nelle mappe del catasto del 1905 (verificare). Il tetto è stato rifatto nel 1923.<br>

Esiste un apposito volume (dell'ANPI? Da cercare), che traccia la storia della resistenza
partigiana a Bagolino. Quasi di certo Nani non fu usata dai partigiani. Mentre di sicuro
fu usata la cascina del dosso (poco a Nord di Nani), perchè era in vista con il prato
della frazione Salvì e si comunicavano con le lenzuola stese sui prati, visibili con dei binocoli.

La cascina Nani(come Vallagosta) era in usufrutto alla Ginevra per cui i fratelli Stefano e Goffredo
(e il loro salariato Beniamino) non ne avevano alcun controllo. Con la morte di Ginevra
Nani è tornata ai fratelli Stefano e Goffredo e ai loro eredi. Tutta la montagna di
Bagoligolo (Nani+Bagoligolo+Vallagosta+Valrossa+Le Capre) era stata assegnata alla famiglia
"Carenet" (direi prima del nonno Gian Luca) dal comune di Bagolino, in enfiteusi
(ossia in affitto di lunghissimo periodo, con obbligo di miroramento fondiario).
Nel dopoguerra tutte le enfiteusi, come le mezzadrie, sono state abolite, a fronte
di riscatti simbolici. E così gli enfiteuti Carenècc (plurale di Carenèt) ne sono
diventati proprietari. Anche le capre erano nell'enfiteusi.
della frazione Salvì con cui si poteva con lenzuola stese sui prati, visibili con dei binocoli.<br><br>


Negli anni 80 è stata realizzata la strada che dal fondovalle porta fino alla malga Valagosta a
circa 1800m. Dagli anni 70 e fino al 2020 la cascina è stata utilizzata per la stagionatura del Bagòss.<br>
Il nome "cascina Nani" deriva dallo scotòm (soprannome di famiglia) "Nani", associato alla famiglia
"di quelli di Giovanni", ossia "di Nani".
</p>

Le cascine Nani, Dosso, Bagoligolo, Vallagosta, Valrossa e Le Capre e i rispettivi terreni di pertinenza
erano stati assegnati alla famiglia "Carenet" (prima del nonno Gian Luca, da verificare)
dal comune di Bagolino, in enfiteusi (ossia in affitto di lunghissimo periodo, con obbligo
di miroramento fondiario). Il nome "cascina Nani" deriva dallo scotòm (soprannome di famiglia) "Nani",
associato alla famiglia "di quelli di Giovanni", ossia "di Nani" e potrebbe risalire a questo periodo.<br>
Il contratto di enfiteuesi era molto in uso dal medio evo, ma ha origini romane, ed era
utilizzato per colonizzare e usare territori remoti: un proprietario concedeva
di usare per moltissimi anni una sua proprietà che non sarebbe riuscito altrimenti a
sfruttare, purchè il beneficiario si impegnasse a migliorarla e pagasse un piccolo canone.
Molti alpeggi di Bagolino (in tutto circa 40-50) erano stati concessi in enfiteusi alle
varie famiglie del paese ed erano fonte di sostentamento. Allo stesso modo erano ad esempio stati divisi
tra le varie famiglie di Bagolino pure i terreni, ancorchè malarici, della piana alluvionale (poi bonificata)
del lago d'Idro ("Pian d'oneda", piana degli ontani), perchè permettevano la coltivazione del mais
e quindi la produzione della polenta. <br><br>


Nel dopoguerra tutte le enfiteusi, come le mezzadrie, sono state abolite a fronte di
riscatti simbolici, così gli enfiteuti Carenècc sono diventati proprietari delle cascine e dei
terreni sul monte Bagoligolo. In quegli anni, le cascine erano in usufrutto alla figlia del
nonno Gian Luca, per cui i suoi fratelli non le hanno amministrate.<br>
Alla sua morte, i fratelli e i rispettivi eredi hanno preso in mano la gestione delle cascine.
Negli anni 80, col contributo di tutti i proprietari di cascine sul medesimo versante della
montagna, riuniti nel consorzio delle Sepiole, è stata realizzata la strada che dal fondovalle
porta fino alla malga Vallagosta a quota circa 1800m. Dagli anni 70 e fino al 2020 la cascina Nani
è stata utilizzata per la stagionatura del Bagòss.<br>
</p>


<p><A href="index.html"> &#9664 Home </A></p>
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Prima di Fabiano la usava suo padre o suo zio (quello di cascina "Gnek"). Ma Nani
(come Vallagosta) era in usufrutto alla Ginevra per cui i fratelli Stefano e Goffredo
(e il loro salariato Beniamino) non ne avevano alcun controllo. Con la morte di Ginevra
Nani è tornata ai fratelli Stefano e Goffredo e ai loro eredi. Tutta la montagna di
Bagoligolo (Nani+Bagoligolo+Vallagosta+Valrossa) era stata assegnata alla famiglia
"Carenet" (direi prima del nonno Gian Luca) dal comune di Bagolino, in enfiteusi
(ossia in affitto di lunghissimo periodo, con obbligo di miroramento fondiario).
Nel dopoguerra tutte le enfiteusi, come le mezzadrie, sono state abolite, a fronte
di riscatti simbolici. E così gli enfiteuti Carenècc (plurale di Carenèt) ne sono
diventati proprietari. Anche le capre erano nell'enfiteusi.

Il contratto di enfiteuesi era molto in uso dal medio evo, ma ha origini romane,
per colonizzare e usare territori remoti. Io proprietario ti concedo di usare per
moltissimi anni una mia proprietà che non riesco a sfruttare, purchè tu la migliori
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